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8/17/2006

Gelo

Capita. Una ventata di gelo mi avvolge. Non viene da fuori, nonostante l'inverno.Viene da dentro. Si è alzato dalle Montagne di Angoscia che, in una notte insonne hanno ricordato la loro gelida presenza. poi i pensieri si sono fatti più scuri, quasi torbidi in una "materialità" di analisi, conseguenze.... una logica inesorabile che separa la realtà dal sogno. E poi mi sono sentito chiuso nella prigione del corpo, costretto mio malgrado ad un degradante invecchiamento, alla prigionia dei limiti allo squallore delle convenzioni e dei pregiudizi e tutte le banali volgarità che, ancora fresche di schermo (una tv accesa per sentire una voce nel silenzio) ferivano come una risata sguaiata, una voce stonata che voglia cantare una bella canzone. Tutti estranei e sconosciuti nel mondo....Tutti assenti quando c'è bisogno, nessuno presente. Io stesso, un essere impossibile, irraggiungibile.... Intorno, fastidiose e monotone ripetizioni di atteggiamenti, parole....cose che dovrebbero far ridere e sono tristi e patetiche per loro natura. E nel passato ombre, ipotesi di persone ed eventi che ...avrebbero potuto essere.... e non sono stati.... possibilità evaporate, non al sole della ragione ma all'ombra della paura, nel povero nascondiglio dell'Attesa. Le centinaia di cose che dovrei fare...che sono nel mio tavolo, nella mente, nelle tue richieste....Nulla, lascio tutto così...oggi è tutto congelato, arido,senza senso....

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1 commento:

Anonimo ha detto...

-...non al sole della ragione ma all'ombra della paura, nel povero nascondiglio dell'Attesa-

Ah "sante parole"!