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8/23/2006

Comunicare


Ogni struttura celebrale è diversa. Esprime e decodifica in maniera diversa ogni cosa. Che tutto sia comune è una finzione, spesso forzata. Se è assurdo pensare di capirsi, lo è anche semplicemente pensare di comunicare. Eppure si fa questo tentativo che è vano quanto quello di fermare il tempo. Si vive d'illusione. Illusione di piccole cose, messaggi giunti a destinazione, interpretazioni che abbiamo fatto e ci sembrano corrette.... Fino quando, eventi, fatti e persone ti riprecipitano nel buio, dove ogni cosa avviene quasi al di là di te. E ti accorgi che non sai, non sanno, non hanno saputo (a volte colpevolmente altre meno).... E ti chiedi chi sei, chi sono loro,ti vedi andare avanti con uno sguardo più stupito dei compagni di viaggio e osservi loro quando non si fingono estranei a se stessi .... Poi verrà l'assenza, il silenzio....(La temi e la cerchi nello stesso tempo). Molti tentano, credono di esprimere qualcosa, di appartenere ad un'idea, un pensiero, un modo di vita. La loro incoerenza assurda che ti è manifesta (e pensi, con un brivido alla possibile tua, che magari non percepisci) fingi di non vederla, non per convenienza, ma perchè ormai hai pena di queste finzioni che sono dei veri orrori esistenziali, pessime maschere del vuoto, a volte anche l'anticamera del pregiudizio. E poi, poi...quale alternativa.... se non giocare consapevoli, un ruolo, un'identità in questo teatrino dove presto i figuranti cambieranno.
Eppure sai che ogni parola detta o sentita, ogni immagine odore e suono ti cambierà e che ancora cercherai l'ebbrezza di un istante di comunione con qualcuno. Non riesce a non commuoverti la precarietà del tutto e la ricerca di un minimo di dignità ed onestà, materiale, intellettuale.

artemidoro blof fnfpvcbmpsvec artfer Torino 2006

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"NON riesce a NON commuoverti..."

La commozione è una chiave...apre verso lo spazio comune alla com-passione...cnsente di NOn negare ciò che non dura, cambia, tradisce,addolara o rende felici nell'illusione di qualcosa che imaginiamo per noi e per sempre /fuori dalla relazione vita-morte )

E' una chiave che va tenuta pulita, altrimenti inganna di sentimentalismo, e non si può buttare via, liberarsene quando è scomoda...se c'è c'è... E se non c'è...?



;-)
kaapi

Anonimo ha detto...

"NON riesce a NON commuoverti..."

La commozione è una chiave...apre verso lo spazio comune alla com-passione...cnsente di NOn negare ciò che non dura, cambia, tradisce,addolara o rende felici nell'illusione di qualcosa che imaginiamo per noi e per sempre /fuori dalla relazione vita-morte )

E' una chiave che va tenuta pulita, altrimenti inganna di sentimentalismo, e non si può buttare via, liberarsene quando è scomoda...se c'è c'è... E se non c'è...?



;-)
kaapi

Anonimo ha detto...

A volte magari non sono maschere, non è finzione, a volte le persone stanno cercando, cercando sé stesse in un continuo altalenare e quella difficoltà di espressione di un qualcosa che non è ancora proprio lo denuncia, chissà...o magari cercano di rincorrerci nel nostro pensare e non si accorgono che l'espressione di un volto è più eloquente di mille parole. Magari siamo Noi, in continua ricerca di qualcosa e qualcuno che con le proprie certezze sedimenti anche le nostre.
E' un bel pensare e un bel riflettere. E' un bel commuoversi di fronte all'alterità! Non smettere!

Arturo Ferrara ha detto...

E' vero, ogni risposta è possibile e aperta. In una società che uniforma a volte la maschera, poi, non è neppure una scelta, diviene quasi una necessità.Io non cerco certezze, anche perchè nel tempo quelle spacciate tali si sono rivelate, a volte i peggiori ostacoli per la comprensione, certo "l'empatia" tra gli esseri permette la vita armonica con tutto ciò che ci circonda. L'alterità spesso arricchisce e poi, forse in una comprensione sempre maggiore non è neppure tale anche solo per il fatto che, per essere rispettata e riconosciuta, esiste in ognuno di noi.Molto interessanti i vostri commenti kaapi e lettricem, un saluto.