In
questi giorni tutti (quei pochi che non hanno abbandonato da tempo
splinder) si preoccupano giustamente di salvare, duplicare, trasferire
il proprio blog, una piccola storia nelle storie.
E' una traccia nell'esistenza, come tante altre che il Tempo e gli eventi portano con sè.
Se uno si ferma un momento a pensare cosa rimane, come nei sogni, si rilevano di grande importanza particolari, parole, immagini, anche solo un commento, un dettaglio,(quasi una percezione telepatica) diverso, nella marea di scritti.
A volte non si sa neppure perché proprio quelle immagini, quelle persone, quelle parole, ormai così lontane ed assenti, inghiottite dal gorgo della rete o più probabilmente della vita stessa, un'alluvione di paure,sociali e no, ricatti più o meno velati, terrori alimentati ad arte e sfruttamenti continui, imposizioni mascherate persino da conquiste .
Oltre l'ipocrisia, oltre tutto ci siamo ancora noi.
Pensate alla follia e all'incapacità di chi ha gestito splinder,l'opportunità e il patrimonio che ha perso e non solo culturale, sociale... ma parlo anche economico, perché le potenzialità di questa piattaforma, per me, erano superiori a tante altre che in rete hanno raccolto consensi e denaro.
Ma su questo argomento forse parlerò ancora, non ora.
Vorrei solo che chi mi ancora mi legge o chi passa, chissà come e perché, da qui (è questo il fascino e il Mistero dei blog) riflettesse sul fatto che noi esistiamo se uno ci pensa, dialoga con noi, ci segue, trasmette ad altri. Ci preoccupiamo di scrivere, scrivere,comunicare (in verità sempre le stesse cose con diverse strutture) ma approfondiamo anche la lettura?
I post non favoriscono ciò se sono intesi come diario. Ciò che scrivi oggi quasi sovrascrive cosa hai scritto ieri, non ti preoccupi più di leggerlo, è andato.... Ma in particolare l'arte, la letteratura, ma anche qualcosa uscito dal profondo di noi, una ricerca interiore, senza pretese letterarie soltanto nel tempo si sviluppa. Come una pianta si cresce donando frutti se è letto, sentito, amato..... direi persino vissuto, condiviso, anche solo virtualmente.
Ecco forse uno dei motivi della crisi di splinder e di ogni altro blog.... La frenesia di una comunicazione fine a se stessa, (quasi un parlare da soli e addosso) il non ascolto, il dialogo superficiale.... Una rabbia (una ribellione mal indirizzata) sordida e repressa a volte sfogata con il primo che capita. Ciò induce come nella realtà l'esperienza fine a se stessa, a ripetere, quasi con una perversa coazione, senza più neppure curarsi della ricezione.
Ovviamente da questo processo non mi tiro fuori io, predicando qualcosa o mettendomi in chissà quale altare (oggi gli altari sembrano più are sacrificali), tuttavia penso che una piccola riflessione su ciò, possa farci amare di più la semplice lettura, la conoscenza "fra le righe" che poi senz'altro avvicina a quella profonda e durevole che si può anche chiamare amore per trovare, nonostante tutto la forza di continuare, anzi di svilupparci.
Non esistiamo se siamo amati e per chi ci ama che trasmette questo amore nello splendore di gesti, scritti, opere.
E' una traccia nell'esistenza, come tante altre che il Tempo e gli eventi portano con sè.
Se uno si ferma un momento a pensare cosa rimane, come nei sogni, si rilevano di grande importanza particolari, parole, immagini, anche solo un commento, un dettaglio,(quasi una percezione telepatica) diverso, nella marea di scritti.
A volte non si sa neppure perché proprio quelle immagini, quelle persone, quelle parole, ormai così lontane ed assenti, inghiottite dal gorgo della rete o più probabilmente della vita stessa, un'alluvione di paure,sociali e no, ricatti più o meno velati, terrori alimentati ad arte e sfruttamenti continui, imposizioni mascherate persino da conquiste .
Oltre l'ipocrisia, oltre tutto ci siamo ancora noi.
Pensate alla follia e all'incapacità di chi ha gestito splinder,l'opportunità e il patrimonio che ha perso e non solo culturale, sociale... ma parlo anche economico, perché le potenzialità di questa piattaforma, per me, erano superiori a tante altre che in rete hanno raccolto consensi e denaro.
Ma su questo argomento forse parlerò ancora, non ora.
Vorrei solo che chi mi ancora mi legge o chi passa, chissà come e perché, da qui (è questo il fascino e il Mistero dei blog) riflettesse sul fatto che noi esistiamo se uno ci pensa, dialoga con noi, ci segue, trasmette ad altri. Ci preoccupiamo di scrivere, scrivere,comunicare (in verità sempre le stesse cose con diverse strutture) ma approfondiamo anche la lettura?
I post non favoriscono ciò se sono intesi come diario. Ciò che scrivi oggi quasi sovrascrive cosa hai scritto ieri, non ti preoccupi più di leggerlo, è andato.... Ma in particolare l'arte, la letteratura, ma anche qualcosa uscito dal profondo di noi, una ricerca interiore, senza pretese letterarie soltanto nel tempo si sviluppa. Come una pianta si cresce donando frutti se è letto, sentito, amato..... direi persino vissuto, condiviso, anche solo virtualmente.
Ecco forse uno dei motivi della crisi di splinder e di ogni altro blog.... La frenesia di una comunicazione fine a se stessa, (quasi un parlare da soli e addosso) il non ascolto, il dialogo superficiale.... Una rabbia (una ribellione mal indirizzata) sordida e repressa a volte sfogata con il primo che capita. Ciò induce come nella realtà l'esperienza fine a se stessa, a ripetere, quasi con una perversa coazione, senza più neppure curarsi della ricezione.
Ovviamente da questo processo non mi tiro fuori io, predicando qualcosa o mettendomi in chissà quale altare (oggi gli altari sembrano più are sacrificali), tuttavia penso che una piccola riflessione su ciò, possa farci amare di più la semplice lettura, la conoscenza "fra le righe" che poi senz'altro avvicina a quella profonda e durevole che si può anche chiamare amore per trovare, nonostante tutto la forza di continuare, anzi di svilupparci.
Non esistiamo se siamo amati e per chi ci ama che trasmette questo amore nello splendore di gesti, scritti, opere.
Arturo Ferrara
per artemidoro blog fnfpvcbmpsvec lab artfer Torino