Visualizzazioni totali

1/25/2012

Sì, sono Io

Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi: vi sono solo idee.
Vi e’ soltanto ognuno di noi, simile ad una spelonca.
C’e’ solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori;
e un sogno di cio’ che potrebbe esser visto
se la finestra si aprisse,
che mai e’ quello che si vede quando la finestra si apre.
Fernando Pessoa da “Poesie incompiute”

Sono un vecchio gatto di pietra alle porte del Tuo cuore, un sopravvissuto ad anni di vuoto per il quale ho consumato i miei giorni e pensieri.
Sono un patetico ominide dalle piccole orecchie d’asino, uno che, attaccandosi a un palloncino colorato, voleva percorrere in volo l’universo. Uno che credeva che la Luna fosse dietro alla montagna e che bastasse allungare la mano.
Sì,proprio quello che ha messo in tasca il vento e che ha tentato di camminare su una nuvola.
Sono una stella che non c’è più, né c’è mai stata, un disegno di un bimbo, in uno foglio di carta scura. Sono un fanciullo con la barba bianca, un vecchio foglio ripiegato sul tavolo dove doveva essere scritto il più bel romanzo del mondo.
Sono la barchetta che ho tentato di costruire e che non ha mai visto il mare. Sono quell’aquilone ai cui mancava sempre un filo per abbandonarsi al vento….. Sono io, un io che non è un io, un leone di marmo, davanti a una banca che non concede prestiti, una statua sulla quale fanno pipì i cani che passano, il gallo sopra il tetto che il vento sospinge in ogni direzione e non segna mai la strada. Sì sono io anche se non rispondo, se mi nascondo, se sprofondo…..
Sono stato cieco e sordo e per questo ora condannato a vedere i sogni e ad ascoltare fantasmi, a contare ad una ad una le pecorelle che non sono mai passate nelle mie notti. Sono io che sorrido di me stesso e di queste parole, perché io sono solo parole, parole che non navigano, non volano, non camminano, neppure sostano, subito si dissolvono come occhi neri nella notte, come gocce in un oceano….. come me, nella vita.
Arturo Ferrara
da artemidoro blog  in splinder fnfpvcbmpsvec lab artfer Torino
pubblicato in contemporanea in AIUOLA

1/21/2012

La maschera delle identità perdute

Guarda, appesa al muro. E' quasi un prolungamento della parete. Quegli occhi, un tempo, videro cose che non sanno narrare. Come ricordare? Tutto è di creta: Una sottile patina di colore, rigorosamente opaca non nasconde la propria identità. Eppure è una finzione sia ciò che vedi, sia ciò che rappresenti. E' ardito anche solo il pensare di andare "oltre".
Storie, tante storie, rappresentate da un simbolo. Un simbolo che ognuno interpreta come vuole e che, forse, sarebbe meglio non interpretare.
Passano di fronte, assenti, distratti e soli. Non vedono. Nulla, niente o nessuno che non sia il loro specchio.Dietro nessuno potrà mai guardare oltre che il muro.
-"Non sono la Tua maschera eppure ti ricordo le tue identità perdute, anzi mai avute: E sono proprio ciò che vedi:"-
(l'opera raffigurata è "Guerriero" di Arturo Ferrara ,creta colorata, in una  elaborazione foto-grafica dell'Artista, proprietà privata diritti di riproduzione riservati.)

1/15/2012

Forse no

Un'immagine che ritorna dall'ombra. Un sogno che si ripete. Un suono all'improvviso del quale non indovini la provenienza. Forse segni, segnali, forse no.
Due occhi misteriosi ma quasi conosciuti che ti osservano, un gesto gentile, parole che ti ricordano un lontano passato, sensazioni. Simboli, allegorie, forse no.

Forse no. La vita che non basta a se stessa induce il sogno, il pensiero, forse la follia.
Forse no. Altre dimensioni, cose sfuggite, parole mancate o udite e non ascoltate, immagini che sono passate lasciando un segno nella mente, senza essere elaborate dalla coscienza.
Forse no.Chiunque, ovunque....
Se tutti i miei pensieri prendessero forma, forse, vedrei, sentirei,qualcosa che non ho mai visto, cioè Te, nella Tua profonda identità. Se ogni sogno fosse riunito in un grande storia, forse la trama sarebbe la Tua vita che non conosco se non marginalmente. Anche la Tua voce, diventerebbe solista in un grande armonico concerto, scritto per Te.
Percepirei allora il mondo in un'altra maniera, e il suono degli alberi e del Bosco mi mostrerebbe la strada, così le nuvole e la pioggia e questa neve che ora cade.
Tutte le ombre, tutte le forme proiettate per strada cercherebbero l'originale per trovare ancora nel tempo, nello spazio, fra tante dimensioni, altre ombre.
E io, ombra dell'ombra mi ricongiungerei a me stesso, nella proiezione di Te, nell'arcobaleno o nella notte più oscura, nel vuoto o fra mutevoli pianeti che vanno e vengono come palline colorate nell'Universo.
Forse no. Ma in fondo cosa importa?

già pubblicato in "artemidoro" in Splinder

La tela a olio  "Al di là" è opera di Arturo Ferrara e la proprietà è privata

1/10/2012

Al mercato dei sogni

Al mercato dei sogni le bancarelle non sono in mezzo alla strada, sono nascoste nelle vie più buie e malfamate. Dietro il bancone vagabondi che non sanno neppure dove si trovano e non lo vogliono sapere.
Non amano farsi trovare, oppure sì, vorrebbero essere cercati, perchè tutti cercano Amore, al mercato dei sogni.
Non si vende nulla perchè nessuno vuole quelle povere cose appartenenti al passato, ai ricordi a io che hanno già vissuto centinaia di vite, tutto si regala o quasi perchè commuovono ugualmente i sorrisi o gli sguardi tristi.
I viandanti che ,fuggendo la vita, si trovano a passare, trovano delle inconsistenti ombre come loro e non occorre a volte parlare, quasi subito vedono abbandonato il proprio sogno nelle mani di chi lo ha raccolto e messo sul bancone.
Tutti hanno paura dei propri sogni.... perchè non sono proprio quello che uno si aspettava o il buon senso vorrebbe....a volte potrebbero apparire ingenui, altre scostumati. Ma chi li propone non giudica perchè da quella strada è già passato e conosce il confine tra incubo e sogno se non proprio quello tra realtà e sogno.
Sei passata anche Tu e io Ti aspettavo, vergognandomi quasi della mia povera bancarella, ora ci guardiamo quasi dicendoci in silenzio :
"Tu hai quello che cerco, come me....
" Ma non ci daremo nulla, non scambieremo nulla e nulla metteremo in comune...perchè in fondo nessuno vuole cambiare, preferendo i sogni alla realtà, solo un po' più tristi ancora (ma colmi di patetica speranza) torneremo, con ruoli diversi e forse scambiabili al mercato dei sogni, con occhi lucidi......

 artemidoro blog fnfpvcbmpsvec lab artfer Torino
postato da: artemidoro alle ore giugno 22, 2010 in Splinder

1/02/2012

Smettere di sognare

Nella mia vecchia classe, nella scuola di periferia della vita, seduto in cattedra, interrogavo i sogni.
Erano allievi un po' assenti, molto esuberanti ma, nello stesso tempo, timidi ed indecisi, con lo sguardo alla finestra rivolto verso un mondo che avevano paura di conoscere.
Parlavo e non spiegavo nulla, offrivo solo un piccolo vassoio di possibilità che solo loro, in quanto sognatori, potevano vedere.
Li guardavo nel volto, ad uno ad uno, volti così giovani che la vita avrebbe segnato e il tempo avrebbe portato via, trasformandoli in un'immagine, un'espressione, un gesto, una voce, in una memoria collettiva che solo il vento porta qua e là, giocando con il tempo, la storia e i giorni. I giorni che, come sabbia in un' antica clessidra, cadono.
Ne chiamai uno alla lavagna perchè mi disegnasse il mondo.... Guardandomi con uno sguardo deciso ma, nello stesso tempo dolce, mi disse:
-"Quando smetterà di sognare, non vede che non c'è nessuno?"-

artemidoro blog fnfpvcbmpsvec lab artfer Torino 

pubblicato in splinder 19 maggio 2011