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8/31/2006

Castelli di sabbia


Gli adulti cercano di far giocare i bambini per sostituirsi loro e avere l'alibi per giocare, a loro volta. Succede con i trenini elettrici, con le automobiline e con ogni tipo di collezioni ed è successo anche oggi alla spioggia, nella costruzione di un castello di sabbia.

Collaboravano diverse persone e..... se ne aggiungeva sempre uno... Chi faceva le torri, chi il fossato, chi si dedicava agli abbellimenti... Il faticatore portava sabbia.... Alcune donne l'acqua.... I bambini facevano quel che potevano per rompere ogni cosa e....c' era già un ricostruttore pronto, un anziano a pronunciare o borbottare le sue critiche o i suoi consigli....
Se nella societa' ci fosse la stessa collaborazione e allegria nei lavori comuni forse si vivrebbe un po' meglio.
La foto del castello ve la faro' vedere al ritorno (sto scrivendo con un palmare) e ho qualche problema a pubblicarla nel blog.
La sera nessuno aveva il coraggio di rastrellare la spiaggia.... Però il castello non sarebbe durato, in parte per la mareggiata della notte, in parte per il desiderio di farne un altro diverso degli stessi costruttori.
Non ho potuto tuttavia ,la mattina dopo, fare a meno di pensare , dopo aver visto tutto come prima nella spiaggia, alla natura delle imprese umane e dell'uomo stesso....
Fotografie, libri come ricordi..di ciò che è stato solo un istante.
Ogni cosa che e' nel nostro cuore vive almeno quanto noi.

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8/30/2006

Mari di identità


Se gli uomini potessero condurre tutte le cose con fermo proposito, o se la fortuna fosse sempre ad essi propera, non sarebbero irretiti da alcuna superstizione. Ma poiche', invece, sono spesso cosi' assillati dalle angustie che non è loro possibile prendere alcuna risoluzione e per lo più a causa degli incerti beni della fortuna che desiderano senza moderazione, ondeggiano miseramente fra la speranza e il timore, essi hanno, così, per lo più l'animo molto inclinato a credere a qualsiasi cosa.

(Spinoza - Trattato Teologico politico)

Passeggiando nel lungomare ho trovato una bella edizione del trattato. Dopo una giornata nella quale, forse valutando troppo le mie energie ho nuotato molto e.... remato ...e poi fatto una decina di chilometri a piedi.... Ho cercato la compagnia di un buon libro.
La sensazione, dopo un giorno di mare, relativamente alle persone un senso di spersonalizzazione. Tanti corpi.... Le identita' svaniscono... Poche categorie: uomini, donne, giovani, anziani..... Signore con bambini...nonni.
Normalmente colgo osservando, ascoltando, molti dettagli delle persone che mi sono vicine, e' come se la loro storia, pian piano si rendesse manifesta, al di la' di cio' che si dice o appare.... Qui no. Tanti corpi, molta assenza... Non so se dipenda da me o da quello stato strano di atmosfera sospesa che si trova nei luoghi di vacanza....
A proposito del remare.... Il canotto , per la mia poca pratica, andava un po' dove voleva.... Ma scoprire che ,forse dove mi portava il mare era un posto' migliore di dove sarei andato io.... Seguire le correnti, solo ogni tanto un colpo di remo... per cavalcare l'onda.... Al largo, verso la spiaggia.. Non e' stato spiacevole... Pian piano l'acqua diventa un mondo fluido di possibilita' e il pensarci, come ho scritto ieri, ti fa attraversare la terra.

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8/29/2006

Mare

Non me ne ero quasi accorto, ma era da tanto che non tornavo al mare. Naturalmente nello stesso posto, forse per ritrovare il tempo perduto e, in particolare un ricordo. Solo io negli scogli, affascinato ancora dalle onde che vanno e ritornano. Nessuno. Quando chiudono i bar la gente sparisce. E' tutto cosi' triste. La gente mangia, beve, prende il sole fino a bruciarsi, sguazza.... Ma, in fondo è totalmente estranea al mare, al Suo spirito. Tutto così triste,non il mare, il cielo, la Luna che, solo per poco ha fatto capolino. Tutto recintato, delimitato, protetto, organizzato....

Il mare oltre questi limiti...lo percepisco, lo sento. In un' onda è come se percorressi la terra. Perchè nulla come l'acqua simboleggia la presenza contemporanea in diversi luoghi. Ovunque l'acqua nella coscienza è la stessa, non esistono distanze, tempi percorsi. E' l'onda,la magica onda, dell'inizio, della Fine, alla quale, se ti abbandoni solo un istante, non tornerai piu' alla vita.... Perderai la strada. Penso che io, forse, sono piu' presente nel virtuale, a Te, a me stesso. Esisto di piu' nel pensiero dell'esistenza, ora che, forse, quando porto a spasso un corpo e lo specchio, ce ne sono qui dappertutto, parla sin troppo chiaro).
Negli scogli..... ma ci sono troppe luci, umane presenze adombrate, ancora vicine, chiuse in piccole stanze. Cammino fino al porto, osservo promesse di impossibili partenze. Sì non sono ancora arrivato e ho già nostalgia delle mie piccole cose....E la Luna, ora è nascosta.... E non sono ancora arrivato e lo so, lo so, non sono mai partito. Ma da dove, da dove..... Il Mare.... Ora, nella mia piccola stanza, si' ti ho sempre portato con me, lontano e vicino.

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8/28/2006

La nascita dei pensieri


Da qualche parte.... nell'ombra, forse nascosti sotto una foglia, o tra la terra che li ha fatti nascere.
Forse portati dal vento. Venuti chissà,dallo spazio... pensieri leggeri, sono nati. Non sono ancora idee,tantomeno propositi, non potrebbero mai essere riflessioni per la loro giovinezza.
Chissà per quanto tempo sono stati silenziosi.... poi un fruscio, un odore, un piccolo bagliore li ha rivelati alla nostra coscienza. Allora li abbiamo cercati,senza trovarli.Troppo piccoli o troppo povera la nostra vista.Non siamo riusciti a metterli a fuoco,localizzarli. Siamo stati male, intuendo la loro presenza...desiderando la loro conoscenza. E' strano, qualcuno intorno a noi li vedeva...vedeva i NOSTRI pensieri a noi stessi ancora invisibili... Stupiti a volte stentavamo a credere a ciò che SAPEVAMO (ce lo diceva una parte vera e profonda di noi, la sola che ci è compagna anche nell'oscurità,quanto tutto intorno svanisce e pare un'illusione).
Poi,un giorno..senza motivo particolare ne abbiamo visto uno...e poi un altro...pensieri, come bambini birichini che correvano nella nostra mente, facendo confusione e baccano, per gioco imprendibili, rissosi, irrequieti.
Forse cambierà la nostra vita, certo domani, forse domani, se non li mettiamo ad uno, ad uno,in prigione come ci hanno insegnato.

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8/26/2006

Incantesimo


Guardarsi allo specchio, un giorno qualunque e andare oltre la propria immagine, passare "oltre".
Scoprire che dietro lo specchio c'è un vetro dove guardano gli occhi assenti o disperati degli altri. Guardare ancora oltre il vetro e vedere riflesso se stesso nella nebbia.
Un'evanescente nebbia dove la tua figura è pallida e trasparente, quasi un fantasma dell'esistenza.
Allungare la mano e sentire il gelo del vetro.... sapere che infrangendo la barriera, tutto crollerà : l'immagine, lo specchio, la vetrata .
Forse rimarrà la nebbia o forse già domani un caldo sole la farà svanire o un colpo di vento.
Allora potresti vedere un vasto orizzonte.
Azzurro cielo, azzurro mare oppure una montagna, bianca sulla cima.
Certo cercherai te stesso, forse in una notturna stella, la prima notte che verrà nel cielo. Attenderai allora quell'oscurità che un tempo temevi.
Forse cercherai te stesso, in quelle acque lontane che sembrano calme.
Percorrei allora vasti mari e saprai che la calma era solo apparente e che c'è sempre un'isola più in là e nuovo mare, fino a ritornare ancora su te stesso.
Forse giudicherai opportuno scalare quella bianca cima che hai davanti.
Allora la felicità ti sembrerà sempre poter essere nella cima, alla quale ti avvicinerai senza poter arrivare.Mancheranno le forze,l'ossigeno, molti saranno i crepacci.
Però, se ti volgerai anche solo una volta indietro, vedrai indicibili paesaggi dove tutta la storia dell'umanità è compendiata in una forma e poi precipiterai nel vuoto.
Quel vuoto che comprende anche, oltre lo specchio e la vetrata, la cima e ancora te stesso che guardi....

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8/24/2006

Maschere alle maschere


Una maschera contiene sempre un'altra maschera che, a sua volta, ne contiene altre. Sono stratificate e, alcune consapevoli, altre no, forse eredità genetiche, persino lontane nel tempo. Capita spesso che ciò che vorremmo far vedere di noi , riveli proprio ciò che cerchiamo nascondere. Come negli scritti e in ogni opera della nostra mente,
"Saper guardare" presuppone una certa "malandrina" complicità con l'interlocutore. Infatti si può percepire solo ciò che in parte si è conosciuto, provato, sentito.
L'esperienza, che tutti vantano e celebrano, in fondo non è che una perdita più che un acquisto, come l'invecchiamento. Perchè più si prova e conosce, più crescono i rottami ed i rifiuti nel solaio della nostra mente o nelle cantine della memoria. Uno strato, s'aggiunge, sedimentazioni che impediscono di "veder lontano" in quella continuità storica e simbolica che è lo spirito, qualunque sia la concezione ideologica di ognuno, senza proiettarsi nel campo della metafisica.
Portiamo in giro le nostre maschere. Le facciamo comunicare e la comunicazione ci sfugge perchè, nell'apparente uguaglianza, ognuna è diversa (nasconde strati e substrati).
Nell'amore graffiamo, ci strappiamo , nei casi più appassionati qualcuno di questi strati e la maschera sanguina, lo spirito liberandosi in parte dalla prigionia, si espande con impeto, fino a confondere la ragione (troppo abituata dalla "prudenza" sociale alla calma) perché, costretti dalle ferite a guardare in noi e nell'essere che ci ha "manipolati", troviamo qualcosa di più profondo e comune, meno falso e insensibile che, tuttavia, ci spaventa. Il ritorno alla normalità e alla ristrutturazione ipocrita della maschera spesso è conseguente. Ci penserà la società a volgarizzarla, nel suo teatro dell'assurdo a far finta non sia successo niente, a "codificare", esprimere,"catalogare" la cosa, con la retorica dei sentimenti, la "superficialità" che puoi trovare ovunque.La banalità del quotidiano e lo sgangherato copione, aggiungerà maschere alle maschere e dolore al dolore , rancore al rancore.


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8/23/2006

Comunicare


Ogni struttura celebrale è diversa. Esprime e decodifica in maniera diversa ogni cosa. Che tutto sia comune è una finzione, spesso forzata. Se è assurdo pensare di capirsi, lo è anche semplicemente pensare di comunicare. Eppure si fa questo tentativo che è vano quanto quello di fermare il tempo. Si vive d'illusione. Illusione di piccole cose, messaggi giunti a destinazione, interpretazioni che abbiamo fatto e ci sembrano corrette.... Fino quando, eventi, fatti e persone ti riprecipitano nel buio, dove ogni cosa avviene quasi al di là di te. E ti accorgi che non sai, non sanno, non hanno saputo (a volte colpevolmente altre meno).... E ti chiedi chi sei, chi sono loro,ti vedi andare avanti con uno sguardo più stupito dei compagni di viaggio e osservi loro quando non si fingono estranei a se stessi .... Poi verrà l'assenza, il silenzio....(La temi e la cerchi nello stesso tempo). Molti tentano, credono di esprimere qualcosa, di appartenere ad un'idea, un pensiero, un modo di vita. La loro incoerenza assurda che ti è manifesta (e pensi, con un brivido alla possibile tua, che magari non percepisci) fingi di non vederla, non per convenienza, ma perchè ormai hai pena di queste finzioni che sono dei veri orrori esistenziali, pessime maschere del vuoto, a volte anche l'anticamera del pregiudizio. E poi, poi...quale alternativa.... se non giocare consapevoli, un ruolo, un'identità in questo teatrino dove presto i figuranti cambieranno.
Eppure sai che ogni parola detta o sentita, ogni immagine odore e suono ti cambierà e che ancora cercherai l'ebbrezza di un istante di comunione con qualcuno. Non riesce a non commuoverti la precarietà del tutto e la ricerca di un minimo di dignità ed onestà, materiale, intellettuale.

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8/20/2006

La mia donna ideale


Vorrei che mi pensassi come se fossi uno di quei corpi gonfi, travolti da un NON IMPROVVISA onda, bomba, proiettili o arma, e catalogati dagli stessi, multimediali, occhi indifferenti e occidentali, da quegli stessi giornali che danno le notizie sempre DOPO, al sicuro, chiedendo per rimediare ai guasti che ha provocato il loro sistema, nuove collette per alimentarlo.
Vorrei che mi pensassi come un nulla, e non credessi ad una mia qualsiasi identità, appiccicata socialmente dal mio ruolo o posizione o dalla stessa parte che fingo d'essermi scelto, vorrei pensassi che la mia venuta è stata un gioco come lo sarà la mia dipartita e sapessi vedere il tragico in tutto ciò senza disperazione o sorriso.
Ecco solo comprendere l'Abisso di Vuoto che ci circonda , per vedere il niente in ogni posa o atteggiamento e che capisca che dietro le mie opere e scritti non c'è un'identità, una che non mi confonda con lo Spirito che è passato su di me, a volte cogliendomi estraneo, quasi sempre impreparato a tradurlo.
A pensarci bene una donna che non mi pensi, semplicemente perchè non ne ha bisogno, perchè è con me, quando il dolore e cocente, non DOPO, a rimescolare l'impossibile, l'inutile, per fare un reciproco, massacro di ricordi, immagini e sensazioni, per maniacalmente catalogarle, magari anche scriverle..... chiamandole al colmo dell'ipocrisia, esperienza.
Ma in fondo l'Amore è come la neve,sempre attesa, bella a vedersi....luminosa e silenziosa e.... dopo poco sporca, fangosa, o ghiacciata, pericolosa e, lenta, molto lenta a sciogliersi.....

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8/18/2006

Qui non c'è nessuno.


Qui non c'è nessuno. Inutile bussare. Cercare il nome della targhetta, o sotto l'etichetta. Non c'è nessuno, niente.Un nome vuoto, una forma anonima, una voce presa in prestito..... Un corpo che è pura apparenza, dove ognuno vede quello che vuole, di solito la propria cattiva coscienza. E poi, pensieri vecchi, stanchi..che tornano noiosamente alla memoria. Può esserci il sole, oppure una notte ventosa e trasparente come questa.Non c'è nessuno.La Luna è nascosta da tempo. Ma cosa vuoi da Lei, è già stata violata da piedi enormi, americani....Il silenzio della presenza è più pesante di quello della mancanza....La tastiera è nuova e luminosa. Tra poco scriverà da sola, autospedendo ogni cosa (il virus della parola è contagioso) sempre lo stesso messaggio. Non c'è più. Ma io, che sono già un po' più in là, dove comincia il tuo cono d'ombra, mi chiedo: C'è mai stato? La segreteria lancia un adescante invito: Lasciare un messaggio dopo il segnale acustico...Era una pernacchia e non l'hai riconosciuto. Hai aspettato....poi hai biascicato le solite cose....Quasi tutto s'è perso...poco male...Tanto non lo avrebbe ascoltato nessuno.....Perché, e sarebbe ora lo comprendessi: Nulla e niente qui sono la regola.

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8/17/2006

Gelo

Capita. Una ventata di gelo mi avvolge. Non viene da fuori, nonostante l'inverno.Viene da dentro. Si è alzato dalle Montagne di Angoscia che, in una notte insonne hanno ricordato la loro gelida presenza. poi i pensieri si sono fatti più scuri, quasi torbidi in una "materialità" di analisi, conseguenze.... una logica inesorabile che separa la realtà dal sogno. E poi mi sono sentito chiuso nella prigione del corpo, costretto mio malgrado ad un degradante invecchiamento, alla prigionia dei limiti allo squallore delle convenzioni e dei pregiudizi e tutte le banali volgarità che, ancora fresche di schermo (una tv accesa per sentire una voce nel silenzio) ferivano come una risata sguaiata, una voce stonata che voglia cantare una bella canzone. Tutti estranei e sconosciuti nel mondo....Tutti assenti quando c'è bisogno, nessuno presente. Io stesso, un essere impossibile, irraggiungibile.... Intorno, fastidiose e monotone ripetizioni di atteggiamenti, parole....cose che dovrebbero far ridere e sono tristi e patetiche per loro natura. E nel passato ombre, ipotesi di persone ed eventi che ...avrebbero potuto essere.... e non sono stati.... possibilità evaporate, non al sole della ragione ma all'ombra della paura, nel povero nascondiglio dell'Attesa. Le centinaia di cose che dovrei fare...che sono nel mio tavolo, nella mente, nelle tue richieste....Nulla, lascio tutto così...oggi è tutto congelato, arido,senza senso....

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8/16/2006

Oggetti

Gli oggetti, a volte coltivano i nostri desideri, sono il loro sfogo (non si sa quanto naturale o indotto). Attirano, come sirene dalle vetrine. Promettono che la nostra tristezza se ne andrà, insieme alla solitudine. Riempiranno i nostri vuoti, quegli abissi che ci separano dagli altri, da noi stessi, dall'amicizia, dall'amore. E avviene infatti così, per poco....Li guardiamo, li coccoliamo, li compriamo...li portiamo a casa, li proviamo.... Cosa importa se presto ce ne stanchiamo, se subito proiettiamo su altre cose i nostri sogni, come purtroppo avviene persino con gli animali domestici,(quanti tragici abbandoni e maltrattamenti!)... le persone anche...in una sequenza da collezionisti di...esperienze.... "amorazzi"! La parola "nuovo" colma anch'essa i nostri vuoti. Nuova vita, nuovi pensieri, nuova immagine... Nuovo, nuovo.... Moralmente, socialmente, politicamente.... Ma gli oggetti dopo poco riempiono la nostra casa (avete mai fatto un trasloco?) Siamo pieni di cose inutili, ingombranti, imbarazzanti...ma non vogliamo, non possiamo disfarcene...un po' per tirchieria, un po' per l'affetto che ricordiamo aver proiettato...In fondo viviamo di ricordi......ricordi di ricordi di sensazioni....Tutto ciò che chiamiamo nuovo è già stato provato.Chi ricorda l'Ecclesiaste?..." Nulla di nuovo sotto il sole....." Eppure tutto ciò che per noi è un più, inutile orpello..per molti è tanto...un potente oggetto di desiderio, possesso, proprietà.....bisogna aver comprensione per ciò, tolleranza... Il nulla e l'infelicità si alimentano di proiezioni..... E come si potrebbe "consumare", acquistare se no, far vivere una parte opulenta a spese di un'altra misera e disperata?. Non so se tutto ciò sia giusto o sbagliato, necessario o no...e troppo facile parlare quando si può scegliere.... o quando si è dalla parte "giusta".Però un po' esageriamo tutti...le risorse sono limitate e le ingiustizie sono talmente gravi da provocare conflitti insanabili..... forse solo l'ombra di ciò che succederà quando le ingiustizie cresceranno.....

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8/15/2006

Precarietà

La nostra precarietà nell'esistenza è infinita, proprio tanto quanto siamo "finiti" noi. La piena consapevolezza di ciò è una grande pena.(e non mi stupisco ci sia chi l'abbia definita "infernale").Tutte le nostre azioni sono il momentaneo superamento di questa percezione.Quindi la vita non è altro che lotta, angoscia di perdere qualche "funzionalità" della nostra già precaria condizione, (il fisico, la mente, lo stato sociale ed economico, ad esempio) oppure una frenetica follia, una corsa all"esperienza, per "arraffare" qualcosa dell'esistenza, del presunto "piacere", prima che sia troppo tardi, una ricerca di "oblio" per non pensare alla constatazione della mia prima frase.Un circolo più che "vizioso" ,"viziato" da dubbi, indecisioni, eventi che ci spingono ...... insieme agli imbrogli per asservirci, sfruttarci....la storia insomma. La riproduzione è un apparente tentativo di superamento di questa condizione ma diviene presto, al di là dell'ebbrezza del generare, della naturale "forza" l'istinto vitale (e animale) della "creazione", man mano che a consapevolezza si fa strada, una vano prolungamento del dolore,un più pesante vincolo, un segno di impotenza ed estraneità. C'è tuttavia "qualcosa" nella vita che ci permette, addirittura a volte ci stimola, a continuare, ...al di là (e ben oltre)di questi ragionamenti...è forse un "rinvenire", quasi un "oscuro compito" in una memoria antica, persino collettiva, quel "tempo dei sogni" che, per gli aborigeni Australiani è una reale forma di esistenza parallela...E' forse (mi viene in mente il Buddismo)scoprire l'esistere come un completamento di un ciclo integrato, un compito, una funzione, una forma di perfezionamento per raggiungere il "Nirvana". O ancora (e penso al Cristianesimo) un riscatto da una colpa (la stessa esistenza) , il giocarsi in un breve spazio tempo l'Eternità dell'Anima.(con in mezzo la potenza del Perdono e l' indubbia forza umanitaria della "Carità". Vi sono enormi buchi neri in tutte queste teorie e filosofie, e ognuno scopre (liberamente?) quelle in cui precipitare....(L'importante è che non ci trascini, a forza, gli altri!) Non so, noi tendiamo a confondere consapevolezza e riflessione (inviterei tutti a rileggere con nuovi occhi il Leopardi- nel mio sito troveranno una versione "libera" da me curata di Pensieri scelti) con il pessimismo.... che spero non aver trasmesso con queste note.... Ben venga chi ha le idee più chiare e la voglia di esprimerle....Per ora, se riesco vado a dormire ... E......Buonanotte....

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la legge dell' impermanenza


Vivere sempre nell'attesa di qualcosa, qualcuno. Cercare in ogni volto o evento un segno. Voler vedere, collegare, proiettare.... Oppure sognare, sostituire con altre cose. La legge dell' impermanenza di ogni cosa e dell'esistenza chi può violarla? E, come dice E.A.Poe, tutto sfugge fra le dita come sabbia. Il voler ritrovare, il conservare (anche nella nuova esperienza ) è il nostro tentativo di fermare il tempo. La delusione che ne deriva è l'abbandonarsi allo stordimento, al conformismo. Resistere alle costitutiva legge della precarietà provoca dolore.... forse occorre provare a non difendere ciò che è indifendibile (come la nostra presunta identità) e ad amare ciò che sembra lontano e diverso. Ma come, se l'abisso, il vuoto, il nulla diventano così affascinanti, quando ci si accorge della diversità apparente di ogni cosa?

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8/14/2006

I casi della vita


Chi sei?
- Io sono Caio.
-Chi? Sarai l'amico di Sempronio, il cugino di Nessuno, si quello che ha commentato il post precedente sulla Chimera.
- Ma se nessuno ha commentato. Non fare il furbo ho saputo di Te e Tizia, un utente anonimo mi ha informato.
-Saputo che....Tizia chi? Va bene che da un po' il mondo sembra non funzionare e che i blog sono pieni di matti ma qui sembra un raduno.
- Tizia te la devi scordare è mia.
-A prescindere che non siamo ai tempi degli schiavi e semmai Tizia è di se stessa io questa Tizia non so neppure chi sia.
-Tizia quella fatta così' e cosà, che va di qua e di là e che fa bla bla e bla bla.... Guarda che so tutto, ripeto, me lo ha detto un tipo che si chiama Assente.... lui di nascosto vi ha visto, il delinquente.
- Ma dai e tu credi a un tipo che non c'è? E se non c'è come può nascondersi?
-Allora non è vero niente, non c'è nulla? Eppure me l'hanno confermato Pinco e Pallino, quelli che abitano a Vattellapesca.
- Nulla, niente e nessuno si fa presto a dirlo..... forse c'è qualcosa o qualcuno sotto, forse acqua bolle in pentola e il dado e tratto e c'è il risotto, forse sei tu che mi vuoi provocare ..... dillo anche a Sempronio. Se non ci credi chiedilo anche a Mimì che chiacchierava con Cocò, nel mio stesso palazzo....
-Tu mi stai prendendo in giro, sei uno che nega tutto.
_ Io nego l'evidenza che mi evidenzia, ma non ti sei accorto Caio che è tutto un inconsistente gioco di parole, una passeggiata "onde ornar siccome suole.....?
-Tu vuoi fare il furbo ma io riferirò a quel qualcuno che non so e a taluna, e forse più di una, che non dico, e vedrai se t'importerà un fico.
- Torna a casa Caio bello a vedere se la Tizia è a letto che Qualunque ieri l'insidiava e ovunque la guardava, ti distrai qui con me, a veder quel che non c'è .
- Vado vado ma ricorda che se tutto domani funziona, metto anonimo commento, foto che tutto prova.
-Va a dormire disgraziato, che tu solo hai mal sognato! Tutti qui arrivano, tutti...ah i casi della vita ma io ....

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