Nel Suo viso tutte le sfumature dei suoi pensieri, anche quelli che passano veloci, quasi inconsapevoli, alla coscienza.
Nella vita quotidiana, ritrovare nei gesti, nei movimenti, tutta quella parte di sé che si è nascosta, al mondo, rifugiata nel profondo, per timidezza, convenzione, forse paura.
Perchè occorre cercare di manifestarsi, percepire, sentire comunicare in altre forme che le risposte riflesse, parlate o scritte in varie forme e non essere soltanto travolti dalla marea dei luoghi comuni, delle passioni o pulsioni ad arte provocate per farci competere, invidiare, soffrire, farci sempre rincorrere qualcosa o rifugiarci nei sogni impossibili.
Odiando se stessi, si odia il mondo e e viceversa e ci si pone in una condizione di rabbia sterile che viene spesso pilotata o di vile sottomissione che viene sempre sfruttata.
A queste cose penso ora, rivedendo nella mente il suo volto, osservato mentre era impegnato al lavoro, dove i suoi pensieri correvano più veloci delle sue mani, tanto quasi da staccarsi da lei.
E ora, come quando lo vidi la prima volta, il suo viso lo vedo come il fiore del melo del mio giardino, che attende un sole più caldo.
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